Blackbook Sessions

Il graffito ed il murale sono due differenti forme d’arte che i critici newyorkesi definirono espressioni nuove e autentiche. Un vero e proprio fenomeno di massa, sviluppatosi con l’hip-hop: un movimento giovanile nato insieme alla musica rap e alla breakdance. Come tutte le mode e le tendenze americane, hanno ben presto attraversato l’oceano, approdando così nel nostro Paese, passando prima per la Francia e la Germania.

I graffiti sono riconoscibili grazie alle coloratissime e illeggibili scritte, ai particolari effetti cromatici che si ottengono con gli spray e a quelle strane figure molto somiglianti a caricature e fumetti. Le complicate scritte che di solito non vengono comprese, sono in realtà frasi o parole con una particolare evoluzione grafica del lettering che le rende irriconoscibili.

Con queste scritte esageratamente modificate, i graffitisti scrivono di solito i nomi delle loro tag e dei loro gruppi, frasi di protesta e di contestazione, offese, auguri, semplici parole con significati che possono essere intesi solo dagli “addetti ai lavori”.

Ma cosa spinge questi giovani artisti di strada ad avventurarsi di notte nelle stazioni o nelle strade della città? Cosa c’è dietro a ogni disegno?

Blackbook Sessions è una completa panoramica sul mondo dei graffitisti (writers in gergo).
Oltre 350 sketches rappresentati in 160 pagine (40% a colori), realizzati con tecniche variegate quali scribbles, outlines o fullcolor-burners.

Il libro è il contributo dei migliori writer del globo, annoveriamo firme quali: Dare, Daim, Reso, Stuka, Eco, Esher, Hapz, Kacao e molti altri. Per la prima volta in uno sketchbook vengono mostrati in ogni capitolo le fase preliminari degli sketch, informazioni ritenute proprie soltanto dei proprietari e dai vari gruppi.



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